

Nicola si racconta
Viaggiando il mondo, Nicola ha trovato una strada unica per unire le sue due passioni più grandi: conoscere le persone e scoprire sé stesso. L’artigianato è diventato il ponte tra queste due dimensioni. Non si è mai limitato a comprare e vendere oggetti: ha vissuto l’artigianato sulla pelle, andando nelle case degli artigiani in paesini sperduti, mangiando con loro, ascoltando le loro storie e conoscendo davvero chi sta dietro a ogni creazione.
Questa scelta di vita è nata da una semplice vacanza di un anno in Messico, che si è trasformata in un’esperienza fondativa. Laureato in legge, Nicola ha deciso di prendere un’altra strada: ha cominciato vendendo 18 orecchini di madreperla, poi ha lavorato all’ingrosso e infine ha sentito il bisogno di avvicinarsi al dettaglio, per restituire valore umano e culturale agli oggetti.
Inizialmente concentrato sugli orecchini, ha presto iniziato a esplorare l’arredamento e le ceramiche, costruendo una rete solida con artigiani selezionati. In ogni viaggio ne conosceva anche duecento, ma selezionava quelli con cui si creava un legame autentico di fiducia e amicizia. A Taxco, nel Guerrero, tra i banchetti dei nativi, ha cominciato a ordinare pezzi personalizzati, scoprendo ogni volta nuove storie e nuove ispirazioni.
Per Nicola, l’artigianato è anche rilevanza economica: per molti artigiani, vendere i propri oggetti significa migliorare il tenore di vita, aprirsi al mondo, far conoscere il proprio lavoro oltre i confini del villaggio. Alcuni di loro sono riusciti a viaggiare fino in Italia, a portare la propria arte lontano, e a cambiare la propria vita.
L’artigianato, per come lo vive Nicola, è una forma di arte popolare: spesso l’artigiano si ispira ad artisti conosciuti, rielabora e reinventa secondo una sensibilità propria, in un dialogo costante tra cultura locale e spirito creativo. E così, ogni oggetto porta con sé un pezzo di mondo – e un pezzo della sua storia.



